Dizionario tessile
Si ringraziano:
Sig. Marco Pietrobelli (Filatura Cardata Lanefil, Biella)
F.lli Sturaro (Gomitolatura Roberta, Vigliano)
Sig. Foglia Taverna (F.lli Piacenza, Pollone)
F.lli Fazio (Maglificio Brovarone, Piatto)
Gomitolatura S. Eusebio (Candelo)
ProLoco Ternengo
Aspatura: svolgimento di un filato da bobine o rocche per avvolgerlo su aspi onde formare matasse.
Aspo: attrezzo formato da un perno da cui si dipartono a raggiera dei supporti per il filato che serve per eseguire l’aspatura.
Arcolaio: strumento costituito da bacchette di legno intorno cui si colloca la matassa e che, girando su un perno, permette di dipanarla.
Accottonare: arricciare il pelo ai pannilani. Trapuntare un tessuto con falda di cotone, lana o con piume.
Armatura: particolare disposizione secondo la quale i fili sono intrecciati in un tessuto. Alcuni tipi di armatura sono: tela, saia, satin, stoffa piegata.
Assortimento: operazione di classificazione delle fibre tessili naturali.
Alpaca: ruminante che vive nell’America del Sud dalla cui lana si ottiene una stoffa di straordinaria finezza.
Attaccafili: addetto alla filatura.
Aguglieria: insieme dei filati destinati alla confezione di maglie.
Asciugatura e raddrizzatura pezze: operazione di essiccamento che ha lo scopo di togliere al tessuto l’eccesso di umidità.
Balla: quantità di merci messe insieme ed avvolte in tela o altra materia per essere trasportate.
Battilano/a: operaio che fa il mestiere di ungere e battere la lana.
Bioccolo: ciuffo di cotone o di lana non ancora filati.
Borra: insieme di cimature di pannilani o mescolanze di peli e crini animali, usato per fare imbottiture e feltri di qualità scadente.
Bobina: cilindro sul quale si avvolge il nastro di fibre durante i vari passaggi di preparazione alla filatura.
Bottone: groviglio di fibre appallottolate, che costituisce difetto nella filatura.
Binatrice: macchina che accoppia i fili per la torcitura.
Cardatura: operazione che ha per scopo di trasformare in velo continuo la fibra in fiocco.
Carda: macchina per la cardatura formata da un insieme di cilindri rotanti coperti da punte metalliche più o meno grosse dette scardassi o guarnizioni.
Cimare: radere allo stesso livello il pelo del panno garzato.
Cimatrice: macchina tessile che livella il pelo dei tessuti rasati, mediante la rotazione di una lama elicoidale.
Carbonizzatura: trattamento chimico con sostanze acide cui si sottopone la lana per sbarazzarsi delle impurità vegetali che l’accompagnano.
Cascame: residuo, scarto o sottoprodotto della lavorazione di vari prodotti industriali.
Cernita: scelta, separazione. Dividere la lana migliore da quella peggiore.
Cachemire o cashmere: tipo di lana a pelo lungo ottenuto da una razza di capre del Kashmir, leggero e morbido.
Cardo: strumento di ferro fatto di due assicelle munite di sottili punte di ferro uncinate, l’una fìssa su dì un cavalietto, l’altra da far scorrere con mano che serve a raffinare la lana.
Carminare: cardare la lana.
Condizionatura: assunzione spontanea di umidità di fibre tessili, mantenute in un ambiente con grado di umidità e temperatura prestabiliti.
Cantra: parte dell’orditoio che raccoglie i rocchetti dei vari fili.
Confezione: lavorazione cravatte, camice , abiti etc.
Conocchia: quantità di lana, canapa, lino che si pone alla parte superiore della rocca per filare.
Cardata: quantità di lana che si carda in una volta.
Collezione: insieme dei modelli presentati all’inizio di ogni stagione dalle grandi sartorie.
Dipanare: raccogliere ordinatamente il filo in un gomitolo svolgendolo dalla matassa.
Doubleuse: macchina binatrice.
Decatissaggio: trattamento dei tessuti mediante azione del vapore e talora sotto pressione che toglie loro il lustro e li rende irrestringibili.
Drappo: tessuto di lana o di seta per lo più operato, cioè tessuto a disegni non stampati ma ottenuti con l’intreccio di fili.
Doppiatura: operazione di accoppiamento di due fili avvolti in rocca in un unico filato nella macchina doubleuse.
Frisare: strofinare, sfiorare.
Finissaggio: fase finale del processo produttivo costituito da operazioni di rifinitura sul prodotto spesso eseguite manualmente o con l’ausilio di macchine o attrezzature semplici.
Faldare: piegare.
Faldella: piccola quantità di lana o seta a matasse da incannare.
Filare: ridurre in filo le fibre tessili.
Filato: insieme di fibre tessili ritorte che danno origine ad un corpo approssimativamente cilìndrico, continuo, flessibile di piccola sezione, prodotto mediante la filatura.
Filatoio: macchina per la filatura.
Filatura: operazione che consente di trasformare una fibra tessile in filato.
Fuso: nella filatura manuale, utensile di legno assottigliato alle estremità e panciuto nel mezzo che fatto ruotare su se stesso provoca la torsione del filo e compie l’avvolgimento della gugliata su se stesso.
Nella filatura meccanica: organo cilindrico a forma di asta appuntita che, dotato di movimento rotatorio rapido, torce ed avvolge il filo, analogamente a quanto accade nella filatura a mano.
Follatura: operazione con la quale si fanno restringere e rassodare i panni di lana sottoponendoli a pressione, a sfregamento e ad azioni chimiche in bagni alcalini ed acidi.
Fiocco: ciuffo di lana.
Filanda: fabbrica nella quale vengono filate le fibre tessili.
Filo: manufatto per tessere, cucire, ecc. allungato e sottile che si trae mediante filatura da fibre tessili naturali o artificiali.
Fibra: prodotto di origine naturale o artificiale atto ad essere trasformato in filato ed in tessuto.
Flanella: tessuto di lana morbido e fine per fare camicie, mutande, corpetti e simili.
Greggia: che non è stata lavorata.
Gomitolo: palla di filo avvolto ordinatamente per comodità di metterlo in opera.
Garzatura: operazione di fìnitura dei tessuti effettuata da macchine dotate di scardassi che ne sollevano la peluria per ottenere una maggiore morbidezza.
Gugliata: quantità di lana che la filatrice a mano trae dalla rocca prima di raccoglierla sul fuso.
Garzo: capo di una sorta di cardo selvatico a squame lunghe, acutissime, uncinate con cui si garzano i panni.
Gualcare: stringere i panni che si fa con la gualchiera perché acquistino maggiore consistenza e durezza.
Gualchiera: macchina per lo più mossa da acqua che per mezzo dì magli assoda i tessuti di lana.
Incorsare: fare passare i fili di ordito nelle maglie dei licci.
Imbozzimare: spalmare o insudiciare con una sostanza appiccicosa il filato alfine di renderlo più scorrevole resistente durante la tessitura.
Incannare: svolgere filo da una matassa o da una spola ed avvolgerlo su un rocchetto o su una rocca o su una bobina.
Intersecting: macchina che riduce il velo di lana in nastri di peso stabilito (tops).
Imbancatura: operazione di preparazione delle spole per il telaio e delle rocche per l’orditura.
Jacquard: dispositivo che comanda i fili di ordito nel telaio per tessuti operati, la cui armatura, composta di molti fili che tessono in modo diverso, si ripete in un numero illimitato dì volte.
Lana: il filato tratto dalla lavorazione del pelo che ricopre gli ovini.
Tipi di lana: di spalle, lunga e pregiata. Di fianchi e schiena, qualità intermedia. Di ventre: più corta e rovinata, scadente.
Lanaggio: insieme di lane diverse, gregge e lavorate.
Lanaiolo: anticamente colui che professava l’arte della lana come lavorante, mercante e fabbricante.
Lanametro: apparecchio usato per determinare la finezza delle fibre tessili.
Lavaggio: sgrassatura e pulizia della lana. Viene effettuata in vasche con apposito detergente.
Laniccio: peluria che si forma sotto i letti o tra le pieghe di coperte e indumenti di lana.
Laniero: della lana. Concernente la lavorazione della lana.
Lanina: mezza lana. Lana mista a cotone.
Lanificio: stabilimento tessile dove si lavora la lana.
Lanolina: sostanza grassa, giallognola, ottenuta per raffinazione del grasso di lana d’ovini. Usata spesso per eccipiente per pomate, unguenti, cosmetici.
Lucignolo: quantità di lana che si mette nella rocca per filarla.
Liccio: ciascuna delle staffe fatte con filo di spago che pendono tra il subbio e la cassa dei pettini e per le quali passa un filo dell’ordito. Servono per abbassare e rialzare alternativamente una parte dei
fili dell’ordito per consentire il passaggio della spola.
Muccia: operaia addetta alla preparazione del filato per l’orditura.
Moda: foggia corrente del vestire e dell’acconciarsi legata ad una determinata società.
Modello: abito eseguito su disegno originale.
Modello in carta: formato dai vari pezzi che compongono l’abito, usato per tagliare i vestiti dì stoffa.
Mohair: pelo soffice, lungo, lucente, della capra d’angora, usato come fibra tessile lanosa.
Navetta: arnese che fa parte del telaio per tessitura, a forma di parallelepipedo, di lunghezza variabile, appuntito alle estremità contenente all’interno la spola con il filato di trama.
Neps: grovigli fibrosi.
Ordito: insieme di fili destinati a formare la lunghezza di un tessuto, tesi orizzontali mentre sul telaio tra il subbio ed il subbiello.
Orditoio: macchina che serve alla preparazione dell’ordito per la tessitura.
Opificio: stabilimento industriale- Fabbrica.
Oliatura: operazione che ha lo scopo di lubrificare le fibre di lana spruzzandole con emulsione oleosa solubile in acqua fredda.
Oleina: combinazione dell’acido oleico con la glicerina; si trova come principio costituente in tutti quanti gli oli vegetali.
Orditura: avvolgimento dei fili dì catena sul tamburo rotante dell’orditoio, dal quale l’ordito viene poi scaricato sul subbio.
Pettinatura: trasformazione della lana greggia in nastro di pettinato attraverso varie fasi di lavorazione.
Pettine: organo del telaio formato da un riquadro di fìtte stecche parallele tra cui passano i fili dell’ordito.
Pennecchio: guanto di lino o canapa o lana. Si mette in una volta sulla rocca per filarlo.
Pannolano/Pannilano: tessuto di lana morbido e fitto, usato specialmente per coperte da letto.
Pezza: avvolgimento di molti metri come viene dalla fabbrica al commerciante.
Preparazione: l’insieme delle operazioni tese a ridurre di peso e di sezione i nastri di lana (tops) di diversa qualità e provenienza attraverso i passaggi in varie macchine.
Pacchettaggio: operazione consistente nella preparazione di un “pacco” da 1 Kg. Di filato per aguglieria.
Porgifilo: operaia addetta alla preparazione del filato per l’orditura.
Passatura pezze in greggio: controllo delle pezze che ha come scopo dì verificare l’intreccio, misurare i colpi e la lunghezza della pezza per constatarne i difetti ricercandone le cause.
Pinzatura: operazione condotta manualmente con l’utilizzo di pinzette metalliche, che ha lo scopo di togliere dalla superficie del tessuto tutte le impurità (nodi, pagliette, capi di filo ecc.)
Ritorcere: torcere di nuovo con energia.
Ritorcitura: operazione tessile del ritorcere.
Rimettaggio: operazione tessile con la quale sì introducono i fili dell’ordito nelle maglie dei licci.
Rocca: arnese per filare a mano, costituito da un’asta lunga circa un metro con un’estremità rigonfia attorno a cui si arrotola la lana che si fa poi correre per alimentare il fuso.
Roccatrice: macchina destinata alla roccatura dì un filato.
Roccatura: operazione con cui si confeziona in un’unica rocca avvolgendolo a spire incrociate sulla roccatrice il filato svolto successivamente da più confezioni provenienti dalla filatura o
torcitura.
Rammendatura: operazione di apparecchiatura dei tessuti per correggere eventuali difetti di tessitura ed orditura.
Rammendo: lavoro che si fa per ricostruire o rinforzare trama e ordito in un tessuto strappato o molto usato.
Ring: filatoio continuo per cotone e lana nel quale, il lucignolo passa in un anellino d’acciaio o nylon scorrevole e girevole su un anello che circonda il fuso destinato a imprimere e regolare la torsione del lucignolo stesso.
Rattina: panno di lana cardato che mostra il pelo quasi appallottolato alla superficie.
Rattinare: tirare fuori il pelo ai panni utilizzando il cardo
Rocchetto: piccolo cilindro per lo più di legno allargato ai due estremi e forato secondo l’asse ad uso di incannarvi il filato.
Rubàn: (dialettale dal francese) nastro.
Stoffa: tessuto per abiti o tappezzeria.
Sala (saglia): armatura fondamentale dei tessuti mostrante sugli stessi fili e rigature oblique dovute all’intrecciarsi dei fili di ordito con la trama secondo una regolare progressione.
Sfeltrare: raddrizzare le fibre della lana cardata prima di pettinarla.
Selfacting: filatoio di tipo discontinuo in quanto provvede a formare una certa lunghezza di filato e successivamente ad avvolgerla sulla bobina.
Sfilacciatrice: macchina tessile a tamburi rotanti con denti d’acciaio per disintegrare gli stracci e ridurli in fibre da riutilizzare.
Sfilacciatura: operazione tessile per ricavare dagli stracci fibre da riutilizzare.
Satinato: rasato.
Stame : parte più fine e consistente della lana.
Settembrina: lana tosata in settembre.
Scamatare: battere la lana con lo scamato per farla tornare sciolta.
Scamato: bacchetta usata per battere la lana di materassi, cuscini e simili.
Scardasso: strumento consistente in una tavoletta irta di punte che serve per pettinare e raffinare la lana.
Subbio: cilindro girevole del telaio sul quale si avvolge la stoffa dopo averla tessuta.
Spola: bobina di filato che si introduce nella navetta per tessere.
Spolatrice: macchina che avvolge i filati sulle bobine.
Spolatura: operazione con cui si preparano le spole per i telai.
Sucida: lana allo stato naturale come viene dalla tosatura.
Sottoprodotto: prodotto secondario ottenuto lavorando i cascami.
Scarto: cernita manuale della lana delle diverse parti del vello di pecora, sulla base di tabelle prestabilite in base a finezza, lunghezza e colore.
Scartina: operaia addetta allo scarto.
Stoppino: specie di sottile nastro formato da fibre tessili unite tra loro da una leggera torsione e che sottoforma di spole viene ridotto in filato mediante i filatoi.
Sfioccare: sfilacciare facendo fiocchi, nappe e simili.
Tosone: vello di pecora o di ariete.
Tignola (tarma): nome comune di insetto la cui larva o bruco vive nei panni di lana.
Tessere: intrecciare nel telaio per mezzo della spola i fili delle trame con quelli dell’ordito per fare la tela, un panno o altro simile lavoro.
Tessitoria: Fabbrica per la tessitura. Bottega del tessitore. Attività del tessitore.
Tessitura: stabilimento in cui si trovano i macchinari e gli impianti per le operazioni di tessitura.
Tessuto: stoffa, panno.
Tintoria: stabilimento o reparto in cui si tingono fibre tessili e stoffe.
Torcitura: operazione che conferisce la necessaria resistenza ed elasticità ai lucignoli dì fibre mediante la torsione.
Telaio: macchina tessile che produce il tessuto mediante l’intreccio di due elementi tra loro, perpendicolari, l’ordito e la trama.
Trapunto: Tipo di ricamo eseguito con due tessuti sovrapposti seguendo il disegno a punto a fibra e imbottendo con lana il motivo trapuntato.
Trama: il complesso dei fili che attraversano l’ordito. Costituisce il ripieno di una tessitura.
Tortìglia: filato ritorto molto resistente, costituito dall’intreccio di più fili già ritorti.
Tops: nastro di lana pettinato.
Tondere: tosare animali.
Tubetto: cilindretto leggermente conico che forma l’anima della spola.
Titolo: indice della grossezza del filato.
Titolazione: metodo con la quale si dà il diametro approssimativo di un filo di qualsiasi fibra tessile basandosi sul rapporto peso e lunghezza dei filati.
Tintura: l’insieme delle operazioni atte ad impartire una coloritura. La tintura può essere fatta su fiocco, su filato, su tops, su tessuto e confezioni.
Vello: complesso della lana che ha indosso un animale lanuto.
Vergine: che è naturale, che non ha subito manipolazioni, lavorazioni, trasformazioni e simili.
Vicuna o vigogna: ruminante dell’America meridionale, pregiato per la lana finissima che se ne ottiene.
Fonti:
AA. VV, Manuale di Tecnologia Tessile, Edizioni Scientifiche A. Cremonese (ESAC), Roma 1981
Giuseppe Suppa, Glossario italiano tessile in cinque lingue, Edizioni Tecnologia Tessile Biella, Biella 1975
Scopri qui di seguito la La filiera della lana – Piccola storia e dizionario di Giorgio Gulmini
La lana
Fin dalla più remota antichità tutti i popoli hanno mostrato una particolare predilezione per l’allevamento degli ovini, che costituivano anche il metro per valutare la ricchezza di ognuno. Il colore naturale della lana varia dal bianco sporco al giallastro, dal rossiccio al bigio, dal marrone al nero. La tosatura si compie due volte all’anno. Il vello dopo la tosatura viene inviato ai lanifici, dove è suddiviso a seconda della qualità. Calderoni colmi di sostanze detergenti, sono utilizzati per la completa pulitura: in questa operazione metà del peso della lana va perduto. Dall’acqua di lavaggio viene ricavato il grasso che verrà trasformato in lanolina utile alla confezione di creme e pomate. Il procedimento di cardatura ha origini antichissime. I velli tosati venivano “spazzolati” con grossi cardi* perché divenissero più soffici, lisci ed anche più puliti; in seguito venivano distesi e ritorti, così ridotti, prendevano il nome di tortiglio. Perfezionandosi i sistemi di lavorazione, vennero adottate due tavole, ricoperte da punte acuminate, attraverso le quali veniva fatta passare più volte la lana; in tal modo, oltre a renderla più soffice e più pulita, ne aumentavano anche il volume e la rendevano più adatta ad esser trasformata in filo. Oggi questo processo viene effettuato da speciali macchine fornite di cilindri rivestiti di punte e ruotanti uno sull’altro (carda). Da questa lavorazione la lana esce sotto forma di una sottile coltre che viene successivamente suddivisa in nastri detti lucignoli. La lana cardata può essere pettinata sotto veri e propri pettini. La lana cardata o pettinata viene poi allungata e ritorta, fino ad essere trasformata in filo.* Il cardo è un genere di piante appartenenti alla famiglia delle Asteraceae, dall’aspetto di erbacee annuali o perenni, mediamente alte, in genere molto spinose e dai fiori simili al carciofo. Le infiorescenze secche del cardo dei lanaioli erano usate per la cardatura della lana.
Struttura della lana
Una fibra di lana ha il diametro da 20 a 80 micron (micron= un millesimo di millimetro) e la lunghezza variabile dai 20 a 100 millimetri. Se osserviamo al microscopio un filo di lana vediamo che esso è ricoperto da squame disposte, come le tegole di un tetto. Se poi il filo viene sezionato, all’interno ci appare formato da una corteccia chiamata cuticola, nella quale è inserito un canaletto che è vuoto o che più frequentemente contiene una sostanza chiamata midollo. Un filo di lana lungo 10 cm, teso lentamente, diventerà lungo 13 cm. L’elasticità della lana assomiglia a quella della gomma, ma un laccio di gomma, appena liberato dalla forza che lo teneva, torna immediatamente alla sua forma primitiva; questo non accade con la lana, che vi ritorna molto lentamente e conserva una caratteristica arricciatura. Anche per questa proprietà la lana ci protegge dal freddo meglio di altre fibra tessile.
Il lanificio
il ciclo completo della lavorazione:
- Pettinatura dalla lana sucida al tops
scarto, lavaggio, cardatura, pettinatura; - Filatura pettinata dal tops al filato
preparazione, filatura, roccatura, doppiatura, ritorcitura, pacchettaggio; - Tintoria
tintura; - Tessitura dal filato al tessuto
imbancatura, orditura, incorsatura/annodatura, tessitura; - Finissaggio Rifinitura della pezza
passatura pezze, pinzatura, rammendatura, lavaggio, follatura, asciugatura/raddrizzatura, garzatura, decatissaggio; - Ultimo controllo e spedizione.