Fabbriche Illuminate è, vuole essere, un’azione concreta tesa a contrastare la progressiva perdita di riconoscibilità mediante la DISCHIUSURA simbolica di imprese che al presente altro non sono che cancelli chiusi davanti a vuoti industriali. Siti dismessi e indecisi, senza una prospettiva, un’idea, un progetto di futuro. Eppure, si tratta di fabbriche che per decenni hanno rappresentato pezzi importanti di storia di quello che può essere definito “Il grande Novecento tessile biellese”.
È bene dichiarare subito che non si tratta di un’operazione nostalgica. E questa che è una frase ricorrente, un mantra il più delle volte maschera il ricorso alla leva dell’attaccamento sentimentale che scatta quando si parla di luoghi e storie di una ricordata e rimpianta età dell’oro. Niente sentimentalismo, ma neanche indifferenza, rassegnazione o l'(an)estetica del “rovinismo” dei vuoti a perdere.
Fabbriche illuminate sono proiezioni sul presente reale. E sul bagaglio composito e vasto di lavoro, di memoria e di cultura industriale che la comunità produttiva biellese si è portata in questo millennio. Un’occasione, dunque, per ricordare, raccontare, riflettere su un passato che è ancora presente. Che ci dice da dove veniamo. Che indica scenari, cantieri di progetti di sviluppo sostenibile sulle solide fondamenta.
L’idea su cui è fondata l’operazione è ridare luce, richiamare l’attenzione, ripartire da riflessioni su questi luoghi di vita di generazioni di persone di ogni ceto e di tutte le mansioni, di tecnologie, di saperi e arti applicate a produzioni che qui nascevano e viaggiavano in tutto il mondo.
Illuminare dove c’è buio, silenzio, degrado significa aprirsi, far entrare aria fresca, accogliere idee e progetti di innovazione, nuove funzioni facilmente allocabili in questi locali immensi e di ‘libere forme’ in cui ancora aleggia l’originaria vocazione imprenditoriale.
In altri termini, Fabbriche illuminate, pur in questi tempi di cambiamenti epocali vuole contribuire a tenere viva la cultura e la prospettiva delle produzioni di qualità e della nobilitazione dei prodotti. Valori aggiunti frutto di una tradizione, di patrimoni immateriali e di saperi che non saranno fuori corso nemmeno nella fabbrica 4.0.