L’Istituto fu fondato nel 1913, in seguito al lascito testamentario dell’onorevole e industriale laniero Eugenio Bona dal quale prese il nome, con lo scopo di preparare giovani amministratori e direttori d’aziende grazie al diploma di perito commerciale – ragioniere industriale ottenuto al termine del ciclo di studi. L’Istituto prese il via dalla Scuola serale di commercio, inaugurata nel 1902, promossa dall’Associazione dei Ragionieri di Biella. La Scuola fu sovvenzionata dal municipio, che offrì i locali, l’illuminazione ed il riscaldamento, e dalla Camera di Commercio. Come nel caso della scuola serale “Piacenza” anche qui l’iscrizione era consentita per singole materie; il piano di studi comprendeva lingua francese, diritto commerciale, aritmetica generale, computisteria, geografia commerciale, pratica bancaria e contabilità generale e applicata.
Il neonato Istituto era frequentato da ragazzi le cui famiglie potevano permettersi di pagare la tassa annua pari a tre lire per ogni materia e che avevano la possibilità di non fare lavorare i propri figli fino al termine degli studi poiché l’Istituto Bona era caratterizzato da un programma di studio corposo che richiedeva un’elevata attenzione. Le nuove generazioni pronte a vivere e lavorare in un periodo in cui il progresso laniero la faceva da padrone dovevano adattarsi ad affrontare efficacemente i numerosi aspetti amministrativi e commerciali, con problemi giornalieri legati ai costi di produzione, alla richiesta di finanziamenti per la realizzazione di nuovi impianti, alla competitività sui mercati nazionali e internazionali, all’acquisto di materie prime e macchinari; per non soccombere alla concorrenza l’Istituto Bona, che aveva ottenuto la regificazione nel maggio del 1917 grazie alla richiesta effettuata dal professore e primo direttore della scuola Albino Machetto, licenziava ragionieri in possesso di un bagaglio culturale importante.
All’interno dell’Istituto sono stati collocati una biblioteca con sala di lettura annessa, laboratori di merceologia e tecnologia dotati di moderni macchinari e un’aula di dattilografia; per venti anni, dal 1931 al 1951, funzionava anche un Osservatorio Meteorologico legato all’Osservatorio Centrale di meteorologia di Roma utilizzato per studiare le relazioni esistenti tra industria e ambiente, trasferito al Seminario Vescovile di Vercelli nel 1952.
Le parole pronunciate da Albino Machetto durante il primo Congresso Laniero Italiano tenutosi a Biella nel settembre del 1927 “Nessun altro centro d’Italia ha tante intuizioni, iniziative e possibilità come il Biellese” sono eloquenti per comprendere il momento di benessere segnato dal progresso tessile del territorio, anni in cui il “Bona” non riusciva nemmeno a soddisfare tutte le richieste di iscrizione e si vedeva così costretto ad aprire le prenotazioni l’anno precedente. Per anni ha svolto il ruolo di unica Scuola di Commercio specializzata per l’industria tessile in generale e per quella laniera in particolare non solo a livello locale ma nazionale.
L’edificio di via Gramsci, come quello del vicino Lanificio-Scuola Piacenza, fu costruito dall’impresa Delleani di Pollone, mentre il progetto fu di Stefano Molli di Borgomanero. Come nel caso dell’istituto Piacenza alla decorazione in caramiche policrome, colonne con capitelli e fregi, zoccolo in botticino, si affiancano motti che fungessero da sprone per gli studenti: “Il commercio è il veicolo della civiltà”; “Potenza commerciale è potenza mondiale”; “Il progresso è figlio del lavoro: dalle difficoltà nascono i miracoli”; “Lavora ed avrai: l’economia è madre della libertà”.
Nel 1969 il “Bona” aprì a Mosso una sezione staccata che offriva lo stesso percorso formativo. Nel 1986 la scuola è stata intitolata a don Adriano Motta, parroco della comunità mossese deceduto nel 1979, che aveva contribuito al buon esito dell’iniziativa.