A seguito della scissione sindacale avvenuta tra il 1948 e il 1950, la CGIL diede vita al giornale di fabbrica “La Voce delle maestranze dei complessi Rivetti”. L’editoriale pubblicato sul numero 0 del 2 dicembre 1950 ribadiva la necessità di difendere sicurezza, diritti e dignità dei lavoratori, ma anche quella di dare loro un’occasione di elevazione culturale.
La figura del direttore responsabile fu assunta da Elvo Tempia e per due anni “La Voce” uscì come supplemento del periodico “Baita” per poi divenire autonoma, mantenendo inalterata la foliazione in quattro pagine che si aprivano con articoli su tematiche relative ai Lanifici Rivetti e interventi di carattere nazionale e anche internazionale quali la lotta contro il riarmo e la bomba atomica, per dare quindi spazio alla descrizione delle azioni della commissione interna e del sindacato, agli scioperi e alle rivendicazioni, alla spiegazione dei contratti e dei diritti, alla descrizione delle condizioni di lavoro.

N° 11, 1954
“La Voce” si pubblicava ogni due settimane fino al settembre del 1957, quando divenne mensile; sull’ultimo numero, uscito nel maggio del 1959, non si trovano riferimenti alla chiusura del periodico.
Nel corso degli anni il giornale si arricchisce di rubriche: “La corrispondenza dai reparti” entra nel dettaglio delle problematiche dei diversi reparti di Biella e di Vigliano, nel 1951 compaiono Luìs e Pidrìn, due personaggi che affrontano in forma di dialogo anche scherzoso le problematiche comuni ai lavoratori, la rubrica “Letture per tutti” tenta di assolvere il compito di innalzare la preparazione culturale attraverso suggerimenti di lettura; “Le lavoratrici scrivono” concede spazio al lavoro femminile, mentre dal 1956 l’”Album dei nostri amici” riporta notizie dagli altri stabilimenti biellesi.
Nel febbraio 1951 la direzione dell’azienda aveva già notificato sanzioni a coloro che fossero stati sorpresi a vendere il periodico, e non a caso gli articoli sono firmati in larga parte con pseudonimi senza tralasciare commenti, anche ironici, sulla proprietà, come nel caso dell’intervista di Piovene a Oreste Rivetti.
Ascolta l’audio di “Viaggio in Italia” di Guido Piovene nella parte riferita a Biella
Il valore storiografico de “La Voce” supera l’ambito dei Lanifici Rivetti, restituendo più in generale il clima opprimente degli anni Cinquanta, sia sul piano sindacale sia su quello economico. Al problema di una struttura produttiva che non riesce a tenere le posizioni acquisite sul mercato internazionale, gli industriali lanieri biellesi elaborano una risposta organizzata su tre punti: riduzione del personale, incremento della produttività e introduzione di nuove tecnologie produttive. Gli sciopero e le proteste contro l’assegnazione del doppio macchinario e i licenziamenti, la continua erosione dei diritti acquisiti che richiama la necessità di uno statuto dei lavoratori, il clima di emarginazione della sinistra politica e sindacali che porteranno alle proteste dell’estate 1961, nota come l’estate calda dei lanieri biellesi.
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