Tessitrici
dal catalogo della mostra Campioni in stoffa del DocBi
Un tempo il disegneur trasmetteva alla tesiora da provin (tessitrice di campionario) i suoi desiderata: ammetteva cioè la possibile approssimazione del suo progetto e trasferiva alla professionalità della tessitrice la ricerca della soluzione che magari modificava parzialmente il disegno iniziale. La tessitrice stessa era inquadrata sindacalmente ad un livello superiore rispetto a quello di produzione, perché sovente doveva operare su telai a mano, destinati appunto a “provare” in piccolo cosa si sarebbe ottenuto alla fine.
Roberto Pozzi
Storie di donne
La storia di genere nell’industria biellese è ricca di curiosità e di testimonianze raccolte con pazienza e accuratezza dalla Camera del Lavoro – Centro documentazione sindacale Adriano Massazza Gal. Si ringrazia la Camera del Lavoro per il materiale fornito.
Dalle siunere (le accompagnatrici montane della valle Cervo di inizio Novecento) alle operaie le donne nel Biellese hanno sempre avuto un ruolo importante sia nella famiglia sia nell’economia. A loro era affidata la filatura della lana e della canapa quando tali produzioni tessili erano svolte in casa e a loro sono rimaste affidate anche quando la produzione si è trasferita in fabbrica. Proprio la fabbrica ha costituito un luogo di emancipazione e di raggiungimento di diritti che spesso hanno anticipato conquiste sindacali poi fatte a livello nazionale. L’esempio più eclatante è quello della parità salariale, raggiunto per la prima volta in tutta Italia proprio qui nel Biellese, grazie alla battaglia intrapresa da quelle Fumne a cui è stato dedicato un importante libro edito nel 1999 a conclusione di un progetto promosso e voluto dalla Provincia di Biella a riconoscimento del ruolo fondamentale ricoperto nella storia territoriale e nazionale.
La vita in faccia
Dovevamo batteri i mille
“Dovevamo battere i mille. Donne al ritmo del telaio”è il titolo della rappresentazione ispirata al libro “In greggio e in fino. Storie di vita di operaie tessili nel biellese 1910-1960”. Sia il libro che l’attività teatrale si fondano sulla medesima base documentaria: le 73 testimonianze di anziane operaie biellesi che dal 1990 il Centro di documentazione ha raccolto, trascritto, catalogato.
Disegnatori
Scopri l’intervista ad Augusto Ferraris
Il ruolo del disegnatore è fondamentale all’interno dell’azienda e il suo compito è variegato: deve cogliere gli andamenti, tendenze e desideri del mercato e, dando sfogo al proprio estro, tradurre il tutto in proposte commerciali, impostando tipologie di prodotti che l’azienda sia in grado di realizzare al meglio, anche economicamente…
Un tempo riconosciuto come l’autorità tecnica maggiore della fabbrica, talvolta superiore per importanza anche allo stesso titolare, con il crescere delle varie competenze aziendali il disegnatore ha assunto la fisionomia più spiccata del progettista, attento più agli aspetti stilistico-commerciali che gestionale e strettamente tecnici. Addirittura in questi ultimi tempi la realizzabilità dei progetti ha creato un dualismo di ruoli con i gestori amministrativi (costi) e di produzione (consegne e qualità). Il ruolo del disegnatore rimane comunque fondamentale per l’aggiornamento delle tipologie di base, adattate alle esigenze del tempo corrente, delle disegnature e della gamma dei filati impiegati, che spaziano ormai dai materiali naturali a quelli sintetici, sempre tenendo in conto, per chi intende esportare, che ogni continente, per non dire singolo Paese, esprime una domanda propria di tipologie e gusti, sovente in netto contrasto con gli altri.
Se per l’abbigliamento maschile la disegnatura classica è relativamente semplice (galles, spigato, gessato, puntinato, ecc.), un ruolo essenziale è sempre stato quello del colore. Dall’unito alla fantasia, dal tinto in pezza al tinto in filo o spesso al tinto in tops (cioè sul nastro di lana), l’effetto di colore ultimo che si ricava dal capo confezionato è determinante per il suo successo.
Ne consegue un sistematico lavoro di aggiornamento delle coloriture che ad ogni stagione determinano gli andamenti commerciali e quindi i successi o le lacune.
La ricerca di nuovi toni di colore è di solito tutto meno che razionale e la si persegue nel confronto tra ruoli diversi: il disegnatore appunto e il tintore. Sono sovente dialoghi surreali, dove da una parte si cerca di trasmettere una suggestione e dall’altra si pensa a quali prodotti chimici, macchine e coloranti impiegare. Fortunata l’azienda che ha saputo preparare persona e metodi “giusti”!
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Quindi il disegnatore deve “partorire” più idee per seguire la cadenza dei saloni di presentazione delle collezioni, vedi “Première Vision” e “Idea Biella”, collocati in date che fan più comodo a chi affitta i locali che ai produttori. E allora, inevitabilmente, si è fatto strada il CAD (Computer aided design), diavoleria informatica fino ad allora utilizzata nel settore metalmeccanico, che consente di progettare un tessuto contando su procedure standard e su una gamma di 36 milioni di colori virtuali, ovviamente differenti dal naturale, per cui occorrerà in seguito verificare l’adeguatezza del progetto.
dal catalogo della mostra Campioni in stoffa. Si ringrazia il DocBi – Centro studi biellesi
Roberto Pozzi
Sindacalisti
Lotte operaie, serrate e scioperi. Sono qui raccolti i racconti biografici di importanti e famosi sindacalisti biellesi e documenti e racconti delle lotte che hanno portato al riconoscimento di diritti dei lavoratori e a miglioramenti delle condizioni degli operai.
L’estate calda dei lanieri del ’61
La parità salariale: una conquista delle donne biellesi
Vai la progetto St.of.fa – Stories of Fashion
e scopri “Negli anni ’80 si contratta in azienda” e “L’arte di contrattare“