Zegna Baruffa Lane Borgosesia STORIES
Tra gli azionisti della Manifattura di Lane in Borgosesia 1923-1945
Il periodo storico era quello che era. Dall’avvento del Fascismo alla sua fine, con una doppia guerra, una mondiale e una civile di liberazione, a complicare tragicamente le cose. Tuttavia, per l’azienda la vita doveva continuare. Anche emettendo azioni con una certa frequenza allo scopo di finanziare un’attività resa difficile dalla situazione contingente. Il secondo volume dedicato alla registrazione dei soci acquirenti certificati da cinque azioni ciascuno tramanda i nomi di quegli azionisti a partire dal 16 aprile 1923. I ventidue anni successivi sono, come appena sottolineato, piuttosto significativi e vale la pena di scorrere quelle pagine per scoprire personaggi interessanti e, per certi versi, inaspettati. Imprenditori, nobili, militari di carriera, altre aziende, signore della buona o buonissima società, facoltosi israeliti, stranieri, torinesi, milanesi, romani ecc. Una varia umanità che merita, quanto meno, un rapido elenco, ma comunque utile ad abbozzare il quadro antropologico degli investitori che puntavano, tanto o poco, il loro denaro sulle performance finanziare dell’impresa valsesiana.
Si può cominciare, in progressione cronologica, col torinese marchese Ottavio Thaon de Revel. Dottore in legge e Gentiluomo di Palazzo di S.M. la Regina, era nato nel 1868 nipote dell’omonimo politico che fu Ministro delle Finanze sotto Carlo Alberto e ne controfirmò il celebre “Statuto” nel 1848. Anche il padre di Ottavio, Ignazio Thaon de Revel, fu un uomo di casa della… Real Casa. E lo zio Paolo, il famoso “Duca del mare”, unico Grande Ammiraglio nella storia della Marina Militare Italiana, sepolto a Roma nella Basilica di Santa Maria degli Angeli accanto al Generale Armando Diaz, “Duca della Vittoria”.
Altro sangue blu, seppur di minor lustro era quello che scorreva nelle vene della genovese Matilde Valfrè di Bonzo, del cossatese Secondo Fecia di Cossato (della famiglia dell’eroico sommergibilista) e della romana marchesa Laura Theodoli Avet. Quest’ultima è colei che chiude la sequenza dei soci qui messi in rilievo avendo sottoscritto le azioni dell’emissione del 24 marzo 1945. La nobildonna, di origini nizzarde, è ricordata come pia e caritatevole, considerato l’ingente patrimonio lasciatole in eredità dal di lei marito, il marchese ingegner Mario Giuseppe Theodoli, discendente di una dinastia tra le più illustri della Roma rinascimentale e barocca.
Altro ingegnere incluso tra gli azionisti è il milanese (ma nato a Torino) Luigi Sobrero. La sua “traccia” risale al 30 giugno 1942. Dal sito dizionariobiograficodeifriulani.it, si apprende che, nato nel 1909, “si laureò a Roma in ingegneria nel 1931 e nel 1933 in fisica e matematica; nel 1935 era insegnante di fisica all’Università di Roma. Quindi insegnò presso l’Università federale di Rio de Janeiro, all’Università di Cagliari e poi ancora a Roma”.
Quando acquistò le azioni della Manifattura di Lane in Borgosesia, era appena rientrato dal Brasile e stava per assumere la cattedra cagliaritana. Nel 1948 “divenne preside della Facoltà di scienze dell’Università di Trieste ove, nel 1951, creò l’Istituto di meccanica razionale. Dal 1967 cominciò ad occuparsi dell’organizzazione del Centro internazionale di scienze meccaniche (CISM) di Udine”, dove morì nel 1979.
Lo stesso giorno in cui l’ingegner Sobrero appose la sua firma in calce ai certificati, anche l’agronomo elvetico Alfredo de Rahm fece altrettanto. Risiedeva all’epoca a Cinigiano (Grosseto), ma si stava occupando della tenuta (anzi, dell’intero borgo) del castello di Porrona per conto della “Societè Anonyme Suisse d’Exploitations Agricoles” di cui era amministratore. Stando alle notizie reperite sul web, Alfredo de Rahm, originario di Arges (Vaud), aveva restituito alla coltivazione ben mille ettari di terreno improduttivo.
Ancora il 30 giugno 1942: Ottavio Prochet. Difficile definire Mr. Prochet senza sminuirne l’ampiezza di interessi e di partecipazioni economiche. Torinese di ascendenza, in quel momento era un cittadino del mondo, con contatti nell’industria cinematografica americana (Universal Pictures) e amicizie nella moda, da Roma a Parigi. Su Internet lo si riconosce in alcune fotografie che ne attestano il “giro” di conoscenze (inclusa la fascinosa Yvonne De Carlo accompagnata alla Mostra del Cinema di Venezia).
Tra gli imprenditori, per lo più biellesi, che ebbero modo di entrare nel novero basta citare Gaudenzio Boggio di Strona, il comm. Ulisse Lesna di Portula (ma residente a Biella) e il valmossese Vittorio Bozzo. Da segnalare anche che la ditta Lanificio Trabaldo Pietro Togna di Pray fu azionista dal1942.
Più singolare il fatto che si contano non poche azioniste legate all’imprenditoria tessile biellese. Le due figlie di Mario Zegna di Trivero (fratello meno conosciuto del conte Ermenegildo): Ada in Bosso e Gina in Cravetto, entrambe dal 1942. A loro, dalla medesima data, si aggiunga Silvia Bozzalla Cassione in Lora Totino di Coggiola/Pray.
Un paragrafo a se stante va riservato ai numerosi investitori ebrei. Itala Levi vedova di Gioberti Jona di Torino, Clelia Sacerdote Pugliese, torinese a sua volta, e Giuliana Avigdor di Milano. Ma la lista può allungarsi ancora. È da rilevare che, pur essendo in vigore le leggi razziali fin dal1938, la partecipazione azionaria da parte di israeliti italiani e non italiani in imprese italiane non era espressamente vietata, per quanto fortemente limitata. Quelle tre donne ebbero comunque un atteggiamento coraggioso con una esposizione non poco rischiosa in un clima di crescente tensione. Si era nel maggio-giugno del 1942 e, almeno ufficialmente, le grandi deportazioni verso i campi di concentramento non erano ancora iniziate. Tuttavia, le azioni persecutorie erano già state avviate in più centri. Sotto un altro punto di vista, però, si può notare che il comportamento della Manifattura di Lane in Borgosesia, nel rispetto della legislazione vigente, non fu quello ideologicamente restrittivo quando non esclusivo di altre realtà, ma più aperto e inclusivo nei confronti di quelle cittadine di religione ebraica.
Tutto questo in poche pagine di un registro dell’Archivio Storico della Manifattura di Lane in Borgosesia.