Zegna Baruffa Lane Borgosesia STORIES
1946: il bilancio del primo anno di pace
La guerra si era appena conclusa. Ed era quanto mai opportuno fare i conti. Il 1945 si era chiuso con un bilancio tutto sommato positivo, con un utile netto di quasi sei milioni di lire. Niente di speciale, ovviamente, ma vista la situazione un segno più era sempre meglio di un segno meno.
In uno dei registri d’inventario della Manifattura di Lane in Borgosesia si può analizzare il consuntivo del 1946, il primo anno dopo la Seconda Guerra Mondiale trascorso per intero in pace, per quanto ancora instabile e condizionata dal conflitto appena concluso e dalle scelte che l’Italia stava compiendo. Al 31 dicembre 1946, l’attivo sfiorò i trentuno milioni. Su un bilancio che valeva un miliardo di lire, il 3% era un risultato apprezzabile.
Tale documento va letto anche alla luce di quanto affermato nella “Relazione del Consiglio di Amministrazione” presentata in occasione dell’Assemblea generale degli azionisti tenutasi il 10 aprile 1947. “Nell’anno 1946 il forte fabbisogno di prodotti lanieri risentito in tutto il mondo dopo oltre cinque anni di restrizioni al consumo civile provocate dal conflitto, si è riversato anche sulla nostra industria. L’attrezzatura del nostro Paese in questo settore è uscita quasi indenne dalla guerra e ciò ha procurato una forte domanda dall’estero di semilavorati e di manufatti. Nell’esercizio decorso, la vostra Società assunse perciò oltre agli ordini per l’interno, numerosi impegni di lavorazione per conto clienti esteri con pagamento delle spese di lavorazione in materia prima, ciò che si conciliava colla necessità di ricostruire gradatamente le ormai esaurite scorte di lana e con la deficienza di valute necessarie ad effettuare acquisti diretti all’origine. La produzione ebbe in conseguenza un ritmo crescente a cui concorse il personale tutto, ormai ripristinato, con nuove assunzioni, nella sua consistenza prebellica”. Questo il quadro generale delineato dai sindaci (Spertino, Conti e Sclopis) incaricati di redigere e spiegare il bilancio sottoposto all’approvazione degli azionisti.
Un’occhiata da contabile offre spunti di riflessione interessanti. Le partecipazioni, per esempio, rivelano i rapporti tra la MLB e la società immobiliare S. A. Isolato San Vincenzo, la controllata al 100% che gestiva la sede della società a Torino nel palazzo su via Roma (riprogettato da Rigotti e Sormano nel 1931-1933). Ma la MLB deteneva pacchetti azionari rilevanti anche della S. A. Fibre Tessili Artificiali (come a dire Châtillon) e del Lanificio Filippo Giordano, sempre di Torino.
Il Lanificio Filippo Giordano era anche uno dei migliori clienti. Il fatturato a suo carico ammontava al doppio dell’utile di esercizio.
Altri clienti da segnalare erano il Maglificio Calzificio Torinese (poi titolare dei marchi Robe di Kappa e Jesus), il Lanificio Cerruti e Perolo di Vigliano Biellese, il Maglificio Eneco di Giulio Dadone, che produceva anche costumi da bagno, il Maglificio Motto, legato al Grande Torino. C’erano anche alcune presenze particolari, come non meglio identificate “suore domenicane”, e una terna di stranieri, ovvero la Ungarische Baumwolle Industrie AG di Budapest, la britannica Walbrad Wool Trading Co. Ltd e anche la Wehrmacht Beschaffungsamt, cioè l’ufficio appalti dell’esercito germanico. I tedeschi erano in debito per poco più di diciottomila lire e, strano ma vero, quel debito fu saldato nel 1948.La MLB, invece, era esposta verso una lunga lista di fornitori. Uno di questi era Edmondo De Amicis, ma non si trattava dell’autore di Cuore, bensì di un importatore di lane gregge con sede a Roma.
Un’altra fornitrice, che vantava un credito di più di cinque milioni, era la ditta Mira Lanza, per fornitura di ausiliari tessili chimici (saponi per lavaggi e/o affini). Di minor entità, ma di maggior distanza geografica, erano le pendenze contratte con una misteriosa American Textile Engineering, con la notissima casa d’importazione laniera Anselme Dewavrin Fils & C.ie di Tourcoing, con la Sandoz S.A. di Basilea per sostanze chimiche, con la teutonica Siemens per macchinari e strumenti diversi. Non era ancora tempo per nuovi investimenti. Gli inventari della MLB tramandano cautela e una strategia di mantenimento che, col senno di poi, si rivelerà quella giusta.