Dal catalogo della mostra Tessere la vita, Castello Reale di Moncalieri 16 ottobre – 27 dicembre 2009
Difficile è stabilire quando nasce il telaio. La deperibilità dei prodotti tessili non ha certo facilitato questo compito. Reperti di stoffa in Mesopotamia e in Turchia databili al 7000 a.C. circa così come reperti di tessuti ritrovati nella Repubblica Ceca confermerebbero l’esistenza di qualche forma di tessitura già in epoca remota. […] la più antica raffigurazione di telaio a noi giunta proviene con molta probabilità dall’Egitto e risale all’epoca predinastica (fine V millennio a.C.). […] Si tratta di un disegno di telaio orizzontale. […]
Bisogna aspettare il Nuovo Regno (1580-1090 a.C.) perché compaia il telaio verticale munito di pettine […]. Non esisteva nell’Egitto faraonico il telaio a pesi, così come per filare […] non era usata la conocchia, ma solo il fuso costituito da un bastone con all’estremità un disco o spesso anche una semisfera di legno o pietra.
[…] Anche nella vicina Mesopotamia l’arte della tessitura era conosciuta fin dal Neolitico. […] L’uso del telaio compare in loco tra il IV e il III millennio a.C. Era il telaio orizzontale e la tecnica era quella di pettinatura a strappo. […] anche in questa terra dal II millennio, si incominciò ad usare il telaio verticale con tecnica a rasatura.
[…] Dall’Egitto i Fenici importavano lino, se la produzione locale non bastava, e con un complesso processo di tintura con la porpora crearono una vera e propria industria. Attività questa della tintura talmente importante da connotare con il colore “rosso” del prodotto (phoinix) il loro stesso nome.
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Anche nelle Americhe, in particolare per le popolazioni Precolombiane, il tessuto era un materiale importante. […] Cotone, lana, lana di alpaca (riservata alla nobiltà) e vicina (usata per tessere gli abiti del sovrano) tinta o utilizzata nei colori naturali erano le fibre maggiormente in uso nell’area peruviana dove l’arte della tessitura veniva insegnata a entrambi i sessi. Si tesseva con il telaio cosiddetto “a cinghia”: era un telaio stretto, molto maneggevole, facilmente trasportabile, con il bastone inferiore legato alla vita del tessitore, proprio con una cinghia, e quello superiore attaccato a un albero, a un palo o a un sostegno, in modo da lasciare libertà di movimento al tessitore. Unico handicap era l’impossibilità di tessere tele più ampie dell’apertura delle braccia dell’artigiano. […] Esistevano poi altri tipi di telai chiamati fissi, tra questi quello verticale che serviva che serviva a tessere lavori di maggior dimensioni e complessità quali gli arazzi.
[…] Attività prettamente femminile la tessitura era presso i Camuni [civiltà della Val Canonica, ndr] effettuata con un telaio semplice a struttura lignea e pesi di pietra. Lo strumento non permetteva di realizzare tessuti di grandi dimensioni né di utilizzare filati sottili; aveva la caratteristica di cominciare a costruire il tessuto contrariamente ai telai moderni, nella sua parte alta. Appoggiato a una parete o tenuto verticale, il telaio si completava con una navetta formata da un pezzo di legno su cui si arrotolava il filo. Per compattare i fili dal basso verso l’alto, la cosiddetta battitura, si usavano piccoli pettini in osso o in corno. I pesi avevano le più svariate forme e pesavano da decine di grammi a qualche etto, in relazione al tipo di filo usato.
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In Etruria le stoffe venivano tessute su misura ed erano in massima parte lana, solitamente colorata, o in lino al naturale. Per un chitone, ad esempio, lunga tunica […] che misurava due volte l’altezza della persona che lo indossava, si usava proprio il telaio a due piani, in modo da guadagnare almeno tutta l’altezza della persona. Esistevano però altri modi per tessere un pezzo di stoffa di maggiori dimensioni. O si scavava un pozzo sotto il telaio, oppure si adoperavano scarpe con alte suole o ancora le tessitrici si sistemavano su un banco.
Carla Federica Gütermann