Dal catalogo della mostra Tessere la vita, Castello Reale di Moncalieri 16 ottobre – 27 dicembre 2009
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Nel corso dei secoli, o piuttosto dei millenni, lo sviluppo del telaio a mano si è tuttavia accentrato sull’uso della navetta come trasportatore della trama. Si è trattato in verità di un’evoluzione molto lenta, anche se alcune funzioni hanno visto un inizio di automazione a partire dal XVI secolo: all’inizio del Settecento il tessitore doveva provvedere direttamente alla formazione del passo, al movimento della trama verso il tessuto e soprattutto a far passare la navetta attraverso due sistemi di fili di catena; la produttività-macchina […] poteva essere stimata nell’ordine di 10-12 m/min di trama inserita.
Un progresso fondamentale si ebbe nel 1733 con l’invenzione da parte di John Kay della “navetta volante”, ossia di un sistema di lancio meccanico della navetta, comandato in maniera semplice dal tessitore, che veniva così a essere sgravato dal più faticoso dei suoi compiti. Il balzo di produttività corrispondente (dell’ordine del 600%, cioè fino a circa 70 m/min di trama inserita) è stato spettacolare […].
Inizialmente, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, minore è stato l’impatto della seconda grande invenzione nella storia moderna della tessitura, e cioè il telaio meccanico (E. Cartwright, 1785). […] nella prima metà dell’Ottocento, il telaio meccanico ha acquisito quasi tutti i perfezionamenti che lo hanno reso sostanzialmente simile al telaio a navetta (non automatico) dei giorni nostri: ne è stata infatti aumentata sia la versatilità (invenzione della ratiera, della meccanica Jacquard, dei cassetti multipli) che la produttività (sistemi di controllo in grado di fermare la macchina in caso di guasti o rotture di filati). […]
Cent’anni fa, una funzione restava da automatizzare, la sostituzione di una spola piena a quella che si era svuotata nella navetta: la terza pietra miliare nella storia del telaio moderno è stata quindi l’invenzione nel 1894, da parte di J. H. Northrop, di un soddisfacente meccanismo per il cambio-spola automatico […].
Più che in termini di produttività-macchina (giunta comunque a oltre 500 m/min), le prestazioni del telaio automatico sono da valutare in base all’incremento della produttività-operaio: con un’assegnazione che in campo cotoniero può superare il valore di 30, i metri di trama inserita al minuto per tessitore possono raggiungere i 16000, più di 1000 volte la produttività dell’antico telaio a mano e più di 200 volte quella del sistema a navetta di John Kay.
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I primi telai automatici lanieri furono provati nel periodo tra le due guerre mondiali, ma è solo a partire dagli anni ’50 che si sono letteralmente sviluppati sia i telai automatici e semi-automatici, grazie all’adozione di guardiaorditi e tastatori di trama affidabili. Sulle altezze “laniere” dell’ordine di 2 m, la frequenza di battuta era sui 150 colpi/min e l’assegnazione poteva andare da 4 a 10, ovviamente secondo il tipo di telaio e l’articolo da produrre.
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Passando ora a trattare dei telai senza navetta dal punto di vista tecnico, concentreremo la nostra attenzione […] su quelli monofase […]:
1) i telai a pinza i cui primi brevetti risalgono alla fine del secolo XIX, anche se l’affermazione industriale data in pratica dall’ITMA ’63;
2) i telai a proiettile, con brevetto fondamentale del 1924, affermatisi alla fine degli anni ’50;
3) i telai a getto d’aria, il cui brevetto iniziale al 1911, con una prima macchina industriale presentata all’ITMA ’55, ma reale sviluppo a partire dagli anni ’70, in seguito alla messa a punto di sistemi per il controllo del flusso d’aria e degli ugelli a staffetta.
Mario Bona