Non si può capire il Biellese se non si ha idea di quali siano i luoghi che lo compongono. Naturalmente ciò che più caratterizza il territorio è la presenza delle numerose valli disegnate dai torrenti (Elvo, Oropa, Cervo, Strona, Sessera), lungo i quali si sono stabiliti i primi insediamenti fin dalla preistoria.
Questa suddivisione in vallate ha da sempre creato difficoltà di comunicazioni e trasporto, che ancora oggi sono spesso difficili superare, e che solo con la creazione di nuove strade carreggiabili e delle ferrovie si è potuto in parte arginare.
La diffusa e capillare idrografia biellese ha segnato lo sviluppo industriale biellese per la necessità di sfruttare l’energia idraulica dei torrenti per far muovere i nuovi e potenti macchinari introdotti nell’Ottocento da Pietro Sella. L’acqua, che tra l’altro ha ottime caratteristiche fisico-chimiche, era anche fondamentale per i lavaggi dei filati, delle pezze per tutti i procedimenti di tintoria e finissaggio.
“La morbidezza e lucidità di un tessuto di cashmere dipendono molto dalla qualità dell’acqua. A Biella abbiamo un’acqua molto leggera. I torrenti sono rimasti puliti. I controlli sull’acqua sono severi. Se si compra la fibra in Mongolia e la si lavora a Biella, anche se si usano macchinari vecchi, il tessuto ha una morbidezza che nessuno è riuscito a riprodurre in altre zone del mondo. Tantomeno in Cina.” Riduzione da Slow economy di Federico Rampini
L’acqua, però, può anche provocare molti danni, come purtroppo le numerose alluvioni occorse negli ultimi due secoli hanno dimostrato. Sono qui presentati alcuni racconti sull’ultimo alluvione e quello del 1968, nel quale anche Pierluigi Bersani venne ad aiutare a scavare tra il fango.
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