Fabbriche e fabbricati
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Sulle rive del torrente Cervo ebbe inizio in epoca medievale l’attività proto-industriale della città di Biella, in virtù dell’energia idraulica ricavata dai salti d’acqua. Gli edifici dell’immobiliare Lanificio Maurizio Sella, conservati oggi in gran parte nella loro forma originaria, testimoniano l’evoluzione dall’artigianato all’industria relativamente ai diversi modi di lavorazione della materia prima e alle relative tipologie edilizie avvicendatesi nel corso di almeno sette secoli.
Documenti d’archivio permettono agli studiosi di archeologia industriale di ricostruire la storia architettonica di questo complesso di edifici e delle funzioni, in cui nel corso del tempo, sono stati adibiti.
Le prime citazioni, in una pergamena datata 1260 e in successivi altri documenti del Trecento e del Quattrocento, si riferiscono ad un mulino.
Una carta del 1659 fa riferimento all’esistenza di “peste da canapa” e menziona la presenza di una “ferriera”.
Nel 1695 la Congregazione del Santuario d’Oropa fa erigere in questo sito un “Albergo di virtù col traffico di sete e lane con annesso filatoio di seta” e una cappella dedicata alla Madonna d’Oropa e a San Giobbe.
Successivamente vengono realizzati ampliamenti agli edifici esistenti, come risulta da numerosi documenti datati tra il 1745 ed il 1836.
Negli anni tra il 1835 e il 1849 tutti gli immobili, con i relativi diritti sui salti d’acqua, vengono acquistati da Maurizio Sella per impiantarvi i nuovi macchinari tessili. Nel 1867 il lanificio, allora sotto la guida dei figli Giuseppe Venanzio e Quintino Sella, costruisce a monte dei preesistenti edifici un grande immobile multipiano di tipo “manchesteriano” da adibirsi a tessitura. Il lanificio continuerà successivamente ad essere guidato dai nipoti e pronipoti di Maurizio, fra cui in particolare ricordiamo la figura di Carlo Sella. Egli, con la collaborazione di altri industriali biellesi, all’inizio del Novecento fonda la Filatura di Tollegno. Ancora per sua iniziativa, dopo la prima guerra mondiale sorge l’Idroelettrica Maurizio Sella con l’impianto per la produzione di energia nell’Alta Valle di Adorno e impianti sussidiari presso la Filatura di Tollegno e nello stesso Lanificio Maurizio Sella. L’Idroelettrica venne nazionalizzata nel 1963, mentre l’attività tessile del Lanificio cessò all’inizio degli anni ’60. I figli di Quintino e di Giuseppe Venanzio fra cui Gaudenzio, fondatore della Banca Sella, e Vittorio, alpinista e fotografo, nacquero tutti nell’abitazione della famiglia all’interno del lanificio. La famiglia in seguito trasferì la sua residenza sulla retrostante collina del monastero di San Gerolamo acquistata nel 1864.
Con decreto 29 luglio 1988, il Ministero per i Beni Culturali ed Ambientali ha sottoposto gli ex lanifici Maurizio Sella al vincolo monumentale ai sensi della Leggo n. 1089/39. Nel testo è scritto: “trattasi di una successione di edifici e di strutture che documentano nel tempo il processo di sviluppo industriale, dai primi utilizzi della roggia e del mulino alla successiva cartiera del 1548 e infine alla destinazione a industria di tessitura di cui è possibile seguire il processo di sviluppo anche in termini di funzionamento delle diverse strutture dal 1695 ad oggi. Sotto il profilo storico infine è da rilevare lo stretto legame fra questo luogo e la personalità di Quintino Sella, la cui attività di deputato e uomo politico, di economista e studioso, che tanta rilevanza ha avuto nel processo di formazione della Stato italiano, non sarebbe comprensibile senza la conoscenza di quest’ambito familiare in cui è vissuto e di questi spazi così come sono strutturati”.
All’ingresso del Lanificio, sulla facciata si possono leggere due lapidi:
• la prima, in pietra verde, posta dalla Congregazione del Sacro Monte di Oropa e dal Rettore di Biella all’atto dell’erezione nel 1695 dell’“Albergo di virtù col traffico di seta e lane”, reca in latino la seguente iscrizione: “L’illustrissima e Reverendissima Congregazione del Sacro Monte di Oropa con l’auspicio della Vergine Madre di Dio decise di erigere questo edificio a pubblica utilità e pose la sua prima pietra fra la felicità del Popolo e del Sacro Monte l’Illustrissimo Signore Don Ottavio Nicolò Gromo di Ternengo Conte di Ternengo, Muzzano, Bronzo, Balocco, Bastia, Consignore di Quaregna e Cerretto, Cavaliere dei Santi Maurizio e Lazzaro, Gentiluomo di Camera di Sua Altezza Reale il Duca di Savoia, nell’anno del Signore…[1695]…”;
• la seconda in marmo bianco, venne posta dopo la permanenza del Re Umberto I dal 28 al 31 agosto 1880 a San Gerolamo in casa Sella, e la sua visita nel lanificio a Rosa Sella, madre di Quintino. La lapide descrive le attività lì svolte grazie all’energia fornita dall’acqua, sintetizzando efficacemente la storia di questi antichi edifici lungo il Torrente Cervo, e ricorda la parte che ebbero i regnanti nel favorire lo sviluppo dell’attività manifatturiera.
Attualmente sono in corso lavori di restauro conservativo concernenti importanti settori del complesso, di proprietà del Gruppo Banca Sella. Alla delicatezza degli interventi si aggiunge l’assoluta necessità di procedere con la massima prudenza per non compromettere le testimonianze delle attività che vi si svolsero nel corso dei secoli.