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Dal catalogo della mostra Tessere la vita, Castello Reale di Moncalieri 16 ottobre – 27 dicembre 2009
Essenziali strumenti di consultazione, a uso interno alle fabbriche per la creazione delle diverse tipologie di tessuti, sono i cataloghi campionari, frequentemente formati da raccolte in folio più o meno riccamente rilegate, dove su ogni pagina sono incollati in bell’ordine piccoli campioni di stoffa corredati di tutte le indicazioni tecniche per realizzarli. Tra queste è primaria l’“armatura”, che in ambito tessile invia al complesso delle operazioni da compiere per preparare il telaio alla tessitura, ma indica anche il modo secondo il quale si intrecciano i fili di ordito con quelli della trama.
Ogni tessuto realizzato al telaio è infatti formato da un intreccio di fili di fibre ortogonali fra loro, detto appunto armatura, che rappresenta «la norma, struttura o modo in cui si incrociano i fili di ordito e trama in ogni riga per formare un determinato tessuto».
La messa in carta è la rappresentazione grafica di tale struttura e comprende gli schemi, i segni, i numeri, il complesso di istruzioni seguendo le quali è possibile costruire un tessuto. In sintesi quindi la messa in carta è la scrittura su carta quadrettata di un’armatura.
Ogni colonna di quadretti rappresenta un filo di ordito.
Ogni riga di tali quadretti rappresenta un filo di trama.
L’alzata di un filo di ordito passante sopra la trama è rappresentato annerendo il quadretto che si trova all’intersezione dei due elementi di ordito e trama interessati. È invece lasciato bianco il quadretto che si trova in corrispondenza del passaggio di un filo di trama sopra quello di ordito.
Di conseguenza, il rapporto di armatura è il numero minimo di fili di ordito e trama necessario per definire l’armatura stessa, ossia un’evoluzione completa del legame dei fili d’ordito con quelli di trama e viceversa. Il rapporto di armatura si ripete in tutto il tessuto, in una direzione longitudinale e in un’altra trasversale. Può essere quadrato o rettangolare, in base al numero di fili dell’ordito, che potrebbe risultare uguale o diverso da quello dei fili di trama, a sua volta regolare o irregolare.
A contempo è detta messa in carta anche la rappresentazione grafica a colori, su speciale carta a quadretti detta di riduzione, del disegno di un tessuto operato. Con l’invenzione di Jacquard questo tipo di messa in carta è a sua volta trasformato in cartoni forati che, letti da una macchina apposita, comandano l’alzamento o l’abbassamento dei fogli mossi da tale telaio. Quest’ultimo procedimento è oggi quasi interamente svolto tramite computer che, leggendo il disegno digitale, gestisce direttamente le macchine.
Al di là di queste scarne indicazioni di tipo tecnico, l’affiancamento di ogni tessuto al disegno della propria armatura esplicita appieno l’attributo di caratteristica ritmicità peculiare del prodotto tessile realizzato al telaio, che la rappresentazione grafica della sua struttura pone in particolare risalto. Quando poi la messa in carta riguarda un tessuto operato, il disegno assume qualità cromatiche e connotazioni esornative.